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Finchè la barca va...

  • Immagine del redattore: Giandomenico Oliva
    Giandomenico Oliva
  • 26 ago 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 ott 2024


La Spiaggia del Relitto

È una delle spiagge più pittoresche d’Europa, la più fotografata al mondo e fiore all’occhiello della Grecia. Eppure deve la sua fortuna ad una pura casualità dal momento, che cinquant’anni, fa quella spiaggia non esisteva affatto. Com’è possibile, vi starete chiedendo? Allora non vi resta che continuare nella lettura di questa incredibile storia.


Omen nomen

Il posto di cui vi parliamo si trova in un’insenatura dell’isola greca ionica di Zante, o Zacinto (Zakynthos, se vogliamo dirlo in greco). Oggi è conosciuta da tutti come Paralia Navagio e, per avere un primo indizio sulla sua formazione, dobbiamo capire cosa ne significa il nome. Paralia e Navagio, per l’appunto, sono due parole greche che significano rispettivamente Spiaggia e Relitto. Infatti, quel tratto di costa è conosciuto oggi anche con il nome inglese Shipwreck Beach (dal medesimo significato), oppure con il nome italiano Spiaggia del Relitto. Quindi, già i tre elementi di spiaggia, naufragio e relitto, uniti alle tantissime foto che si possono trovare in giro, bastano per poter immaginarne la storia. Ma non è tutto oro quello che luccica.


Guardie e ladri

Zante. 1° ottobre 1980. La motonave greca Panagiotis salpa dalle coste turche e si dirige verso l'Italia con un carico di sigarette destinate al contrabbando. Naturalmente non ha le carte in regola ed è tallonata dalla Marina Militare greca. Così l’equipaggio, per sfuggire alla legge, dato anche le condizioni meteo avverse, decide di nascondersi in prossimità di una insenatura conosciuta come Agios Georgiou Sta Gremna (San Giorgio delle Rocce) in onore del monastero posto sulla falesia soprastante. Essendo la zona riparata e sfruttando l’oscurità notturna, i contrabbandieri avrebbero goduto di alcune ore di tranquillità, nella speranza di sfuggire alle forze dell'ordine greche. Ma non potevano mai immaginare di essersi messi in trappo la da soli.


Ciò che oggi resta del relitto.
Ciò che oggi resta del relitto.

Il buongiorno si vede dal mattino

Al risveglio l’equipaggio si accorge che la nave si è arenata in una secca (un tratto di fondale marino poco profondo) e la risacca creata dal relitto ha accumulato materiale sabbioso creando una nuova e bianchissima spiaggia. Non potendo fuggire da nessuna parte, l’equipaggio abbandona la nave e si da alla fuga. E le sigarette? Si racconta che i pescatori dell'isola penetrarono nel relitto impossessandosi di tutto il carico il quale fu venduto a Zante per i successivi quattro anni.

Inotre, con la nave arenata il rischio di un disastro ambientale era dietro l’angolo e gli abitanti ne erano preoccupati. Ma con il passare degli anni il relitto, da essere una minaccia, è diventato una risorsa tanto da creare un turismo senza eguali nell’isola. Infatti, la spiaggia, è raggiungibile solo via mare, e numerose sono le imbarcazioni che giornalmente partono dai principali porti come Zante, Porto Vromi e Aghios Nikolaos, permettendo di fare un bagno nelle sue cristalline acque oltre alla visita delle Grotte Azzurre nei pressi di Capo Skinari, il punto più settentrionale dell’isola, sede dell’omonimo faro e di due mulini greci.


Ed è subito sera

Ma la magia del Navagio non è solo nelle sue acque blu elettrico. Al di sopra delle imponenti rocce calcaree è situato un balcone da dove poter ammirare il relitto in tutta la sua bellezza. Ma il vero punto panoramico sulla baia lo si ha proseguendo verso nord lungo lo sperone di roccia, seguendo un breve percorso trekking tra la macchia mediterranea. Molto suggestivo è al tramonto quando il blu acceso del mare, il bianco accecante della roccia, il cupo verde della vegetazione e il pastello del tramonto offrono uno spettacolo unico agli occhi del visitatore.



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